Canto per Ignacio Sanchez Mejias per Leuciana Festival

25Mag08

Mercoledì 18 Giugno ore 21:15
Teatro dei Serici
Belvedere Reale di San Leucio
posto unico € 15,00

Giovanni Gallo
Canto per Ignacio Sanchez Mejias
(Morte di un torero)
126

Se la poesia è avventura linguistica, cioè navigare nell’oceano linguistico come Ulisse sulla nave di Omero, attraversare la lingua come mare in tempesta, sapendo da dove si parte, ma ignorando i possibili approdi, oltrepassando i confini conosciuti, e sfidando difficoltà e insidie: se la poesia è tutto questo, Federico Garcìa Lorca ne è stato interprete appassionato e instancabile.
L’intera vicenda artistica della sua vita è contrassegnata, infatti, dalla volontà raffinata di esplorare e sperimentare tutti i campi dell’arte, dalla musica al teatro, dalla letteratura al cinema e alla pittura, con l’atteggiamento di chi, provando, modifica e innova.
Proprio per il suo carattere di ricerca inquieta, la poesia, come le altre forme d’arte, nasce per Garcìa Lorca da un vento mentale, da un potere misterioso, uno spirito occulto, un demone che “ama l’orlo dei pozzi, brucia il sangue, rompe gli stili”.
Nell’agosto del 1934, compone il “Lamento per Ignacio Sanchez Mejìas”, subito dopo la morte, durante una corrida, del torero e amico.
Ignacio fu un grande torero e anche un uomo di cultura. Diede particolare impulso e sostegno alla “Generacion poetica”, un gruppo rilevante nella poesia spagnola del ‘900. E’ un testo con fortissimo pathos e la rappresentazione è così vivida e di così forte impatto da emozionare e commuovere al massimo. Vi è rappresentata la corrida con l’occhio del poeta, dell’amico dolente per il torero morto.
Il poeta vola con la fantasia, gioca con le metafore e con il sogno poetico e tuttavia riesce a dare una rappresentazione della realtà così viva che pare trasportarci prima nell’arena e poi davanti al corpo senza vita di Ignacio.. E il suo pianto, il suo cordoglio è come diventassero anche nostri. Il piccolo poema inizia con con una vivida ripetizione, ossessiva, del verso “alle cinque della sera”.

con
Giovanni Gallo, Saverio Gallo, attori
Fabio Tommasone,
pianoforte
Giovanni D’Argenzio,
sassofono
Enzo Faraldo, contrabbasso
Raffaele Natale, batteria
Laura Matarese, Enzo Guarracino, coreografie
Susanna Canessa,
voce e chitarra acustica
Francesco de Laurentiis,
violino
Giuseppe Bruno,
chitarra classica

Decio Carelli,
performance pittorica
Giuseppe Zarbo, scenografia
Salvatore Lerro,
amplificazione e luci
Sartoria “Mani di Fate”-Caserta,
costumi
REGIA DI
GIOVANNI GALLO

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